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    Auto elettriche, come risolvere il (grave) problema delle batterie

    Meno emissioni, risparmio per gli utenti. Ma un nuovo problema: costruire e smaltire gli accumulatori al litio. Una soluzione c’è: le batterie di nuova generazione

    di Lisa Ovi

    Il 2021 si è chiuso con una vendita record di veicoli elettrici, a fronte di un mercato delle auto a benzina in netta perdita. Nella sola Europa, quasi un quinto dei veicoli venduti è stato un modello elettrificato, mentre a livello globale le vendite rispetto al 2020 sono raddoppiate.

    Il crescente interesse dei consumatori per la mobilità elettrica, supportato da normative sempre più favorevoli, si è tradotto in interesse anche tra le case produttrici. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) calcola che le vendite globali di auto elettriche potrebbe raggiungere 70 milioni di unità nel 2025, 230 milioni entro il 2030.

    L’impatto di tante auto elettriche dovrebbe farsi sentire non solo nella riduzione delle emissioni, ma anche in un risparmio per il consumatore. Secondo uno studio condotto da ricercatori della Swansea University su 250 utenti di veicoli elettrici, un comportamento oculato, smart, nella ricarica del veicolo, può condurre ad un risparmio annuale di circa 130€ sulla bolletta. Non solo, una ricarica calcolata negli orari in cui il consumo di elettricità è meno costoso, può favorire la riduzione del 20% dell’Impronta Carbonica (Carbon Footprint) del veicolo.

    Sembrerebbero tutte buone notizie, eppure quello che si profila è un altro genere di grattacapo ambientale: come produrre e smaltire tante batterie?

    Perchè le batterie agli ioni di litio attualmente in uso si accompagnano a problemi che vanno dalle pratiche di estrazione di cobalto e litio, le materie prime, alle emissioni generate in fase di produzione, al loro smaltimento a fine vita.

    Servono urgentemente nuove batterie, possibilmente non dipendenti da rari elementi della terra, e soprattutto riciclabili.

    In risposta al problema, scienziati del Bristol Composites Institute hanno sviluppato una nuova strategia per produrre batterie di prossima generazione, sostenibili e adatte alla produzione di massa. Pubblicato da Advanced Functional Materials il nuovo studio descrive lo sviluppo di nuovi materiali per elettrodi di carbonio basati su un sistema di modellazione del ghiaccio.

    Questi materiali sono chiamati aerogel, in cui nanocristalli di cellulosa (una forma di cellulosa di dimensioni nanometriche) vengono modellati in una struttura porosa utilizzando cristalli di ghiaccio. Il processo genera grandi canali all’interno della struttura adatti al trasporto degli ioni di sodio e potassio. Le risultanti batterie agli ioni di sodio e potassio si sono dimostrate capaci di prestazioni superiori ed utilizzano un materiale proveniente da fonti sostenibili: la cellulosa.

    In attesa che prenda forma quell’economia circolare alimentata a idrogeno e fusione a confinamento magnetico su cui tante energie vengono investite, il passaggio per l’elettrico sembra obbligato. Evitare che crei nuovi problemi all’ambiente parrebbe doveroso.

    (lo)

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