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    Esclusiva/2 L’operazione di polizia segreta contro il Black Lives Matter

    Secondo una serie di e-mail e documenti pubblici esaminati da “MIT Technology Review”, una task force multi-agenzia composta da polizia federale, statale e locale creata per monitorare le proteste in Minnesota durante il processo all’ex agente di polizia Derek Chauvin ha continuato a operare in via non ufficiale dopo il processo. 

    di Sam Richards e Tete Ryan-Mosley

    Leggi qui la prima perta dell’inchiesta

    I partecipanti alla Operazione Safety Net (OSN) hanno tenuto riunioni regolari, condotto operazioni di polizia,  mantenuto uno stretto coordinamento e aggiornato i documenti di intelligence almeno fino a ottobre 2021, ben oltre la “smobilitazione” annunciata pubblicamente nell’aprile 2021.

    OSN si è rapidamente ampliata oltre l’ambito ufficiale. Quando un ufficiale del Brooklyn Center, in Minnesota, sparò e uccise Daunte Wright solo pochi giorni prima del verdetto del caso Chauvin, l’OSN si occupò delle proteste scoppiate nel sobborgo di Minneapolis e continuò a operare in tutta la regione per l’intero 2021. Anche se condotte in sede regionale, le operazioni hanno implicazioni di vasta portata sui modi in cui la tecnologia può essere sfruttata per colpire i manifestanti, tenere sotto controllo i giornalisti e monitorare gli attivisti.

    L’indagine di “MIT Technology Review” mostra che la struttura di comando congiunta che coordina 11 agenzie statali, locali e federali ha supervisionato una macchina di sorveglianza decisamente potentevanificando il diritto all’anonimato durante una protesta, che la Corte Suprema degli Stati Uniti ritiene elemento essenziale della libertà di parola. Inoltre, quando è stato chiesto se il programma OSN fosse ancora attivo, i responsabili delle comunicazioni interne hanno affermato che l’operazione “non esisteva”. 

    Pixabay

    Una serie di contraddizioni

    Le dichiarazioni pubbliche dei funzionari durante le conferenze stampa e le notizie locali hanno creato l’impressione che OSN sia entrata in una fase dormiente la stessa settimana del verdetto di colpevolezza di Derek Chauvin. Il 22 aprile, OSN ha twittato: “Aggiornamento: siamo nella fase quattro che include il ridimensionamento delle risorse con la possibilità di aumentarle rapidamente, se necessario”. Da allora il gruppo non ha pubblicato messaggi sui social media né tenuto conferenze stampa. 

    I funzionari hanno affermato che l’operazione sarebbe stata chiusa alla fine di aprile 2021, ad eccezione di alcune riunioni di pianificazione per processi futuri. Tuttavia, le e-mail da luglio 2021 a novembre 2021 ottenute ufficialmente dietro richiesta alla municipalità di Minneapolis mostrano che OSN è rimasta attiva e in segreto ha emesso direttive su come gestire le proteste che non avevano nulla a che fare con l’omicidio di George Floyd o ai processi degli agenti coinvolti. 

    Nell’ottobre 2021, il dipartimento di polizia di Minneapolis (MPD) ha risposto alle proteste nel quartiere Uptown della città in seguito all’uccisione di Winston Smith da parte delle forze dell’ordine. I documenti di pianificazione interna intitolati “Piano operativo/Rete di sicurezza operativa” spiegavano come gli agenti avrebbero dovuto fare gli arresti e portare avanti le altre procedure.

    Tra queste procedure, i documenti hanno confermato l’esistenza di una nuova tattica: arrestare i manifestanti, evitare di fare un’accusa precisa e lasciarli a pochi isolati di distanza o incarcerarli. “Gli agenti del MPD NON procederanno all’arresto senza una conferma di un ufficiale responsabile”, si legge nel documento, “che in seguito definirà la causa del fermo”. Il piano rileva che l’intelligence sarà fornita dallo Strategic Information Center del MPD, una struttura in tempo reale essenziale per OSN. (Si veda figura 1)

    Figura1: un piano operativo del dipartimento di polizia di Minneapolis denominato “Operations Safety Net” relativo alle proteste nel quartiere Uptown di Minneapolis nell’ottobre 2021

    In un’e-mail a “MIT Technology Review”, il dipartimento di polizia di Minneapolis ha precisato che “OSN era una risposta pianificata al processo Chauvin. Al termine del processo, l’operazione è terminata”. Inoltre, il dipartimento ha indicato che una risposta congiunta tra le forze dell’ordine è comune. “Il lavoro continua in un quadro quotidiano che sostiene l’aiuto reciproco tra le agenzie”. (Si veda figura 2)

    Figura 2: una slide che non mostra una data di fine chiara per la smobilitazione relativa ai preparativi del processo, datata 23 settembre 2021

    In un brief della dirigenza in merito al “coordinamento dei processi” datato 23 settembre 2021, la sequenza temporale per la smobilitazione è descritta con l’espressione “data da definire”. Ciò contrasta con le dichiarazioni consegnate alla stampa per conto di OSN che suggerivano una smobilitazione lo scorso aprile.

    In un’e-mail a “MIT Technology Review” del 25 ottobre 2021, Doug Neville, portavoce di OSN e vicedirettore delle comunicazioni presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ha affermato che “non è un’operazione in corso”. Un’e-mail interna inviata anche da Neville nell’ottobre 2021 afferma “OSN non esiste più”. 

    I documenti indicano un’altra verità. Gli incontri tra i team sono proseguiti regolarmente come anche gli ordini di acquisto di attrezzature di polizia. In uno scambio di e-mail, un sergente del dipartimento di polizia di Minneapolis ha richiesto tre articoli secretati prima del processo Chauvin da Grainger, un negozio di forniture industriali, per operazioni della squadra SWAT. Secondo gli scambi di e-mail, le forniture non sono state consegnate la scorsa estate, ma ad agosto l’ufficiale ha chiesto che venissero consegnate perché “SWAT ne ha ancora bisogno per le prossime operazioni”. 

    Le attività del team OSN 

    Le agenzie coinvolte nell’operazione hanno sostenuto che le azioni di “aiuto reciproco” e “risposta congiunta” erano all’ordine del giorno. “Come per qualsiasi evento che potrebbe estendersi a più agenzie o enti governativi, i gruppi interessati si sono incontrati per discutere di come la collaborazione potrebbe avvenire al meglio per garantire la sicurezza pubblica”, ha affermato in una e-mail il DPM. “Ribadiamo che l’OSN non è più operativo”. 

    Tuttavia, diverse catene di posta elettronica esaminate a ottobre includevano riunioni di “OSN Communications”, “OSN Executive Team” e “OSN Intel Team” relative ai preparativi per le proteste che sarebbero potute nascere in relazione al processo di Kim Potter, l’ufficiale che ha ucciso Daunte Wright, così come nei casi dei processi per gli altri tre ufficiali che sono stati accusati di crimini in connessione con l’omicidio di George Floyd. (Il mese scorso, Potter è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo e condannato e i tre agenti coinvolti nell’omicidio di Floyd sono stati condannati da un tribunale federale).

    In un’e-mail di riunione del team esecutivo, l’ordine del giorno si riferisce ai piani in corso come “OSN 2.0”. Bruce Gordon, un portavoce del Dipartimento statale della sicurezza pubblica, afferma che qualsiasi riferimento del genere era “informale” e che “non c’è mai stato, né esiste ora, un OSN 2.0″. Un ordine del giorno relativo a una riunione dell'”OSN Executive Team” del 26 ottobre 2021. (Si vedano figure 3,4 e 5)

    Figura 3: un’e-mail dal dipartimento di polizia di Minneapolis in merito a una riunione dell'”OSN Executive Team” datata 25 ottobre 2021
    Figura 4: un ordine del giorno relativo a una riunione dell'”OSN Executive Team” del 26 ottobre 2021

    Nel team di intelligence, i file condivisi utilizzati per trasmettere informazioni tra le forze dell’ordine hanno continuato ad essere aggiunti e aggiornati a partire dallo scorso ottobre, che è l’ultimo periodo coperto dalle richieste di documenti da parte di “MIT Technology Review”. Il gruppo teneva riunioni regolari, secondo le e-mail riguardanti 12 persone, di cui due dell’FBI. 

    Figura 5: un’e-mail relativa a un “OSN Communications Meeting” del 12 ottobre 2021 che prevedeva la pianificazione del processo a Kim Potter, non correlato all’omicidio di George Floyd

    Cynthia Barrington, un funzionario delle relazioni pubbliche dell’FBI, ha affermato che le attività dell’ufficio si estendevano alla condivisione delle informazioni “attraverso i centri di fusione statali e regionali“, strutture progettate per promuovere la condivisione delle informazioni a livello federale tra agenzie come il Federal Bureau of Investigation, il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti e le forze dell’ordine statali e locali. 

    “Il ‘Team Intel’ è un gruppo di posta elettronica di agenzie locali, statali e federali con responsabilità di applicazione della legge durante l’OSN”, afferma Gordon. “Queste agenzie sono coinvolte nella pianificazione di altri eventi e la stessa email di gruppo potrebbe essere stata utilizzata in altre iniziative di pianificazione non correlate. Tutte le agenzie coinvolte hanno responsabilità continue relative alla sicurezza pubblica che non hanno avuto termine quando l’OSN si è chiusa“. (Si vedano figure 6 e 7)

    Figura 6: un’e-mail relativa al “Team OSN-Intel” datata 5 ottobre 2021
    Figura 7: un’e-mail relativa alla condivisione di informazioni tra il dipartimento di polizia di Minneapolis e l’FBI, datata 8 ottobre 2021

    Munira Mohamed, un associato dell’organizzazione non governativa ACLU del Minnesota, ha affermato che la “natura porosa” delle pratiche collaborative di applicazione della legge crea “tutte queste opportunità di scappatoie e di elusione del controllo pubblico”. Mohamed ha chiarito che la natura in corso delle attività OSN è una “storia di missioni striscianti” e che “una volta che l’infrastruttura per qualcosa è stata creata, in qualche modo va avanti senza sosta e diventa un’infrastruttura permanente”.

    (rp)

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