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    La regina degli emoji

    In qualità di responsabile del Emoji Subcommittee for the Unicode Consortium, Jennifer Daniel vuole rendere accessibili e comprensibili questi simboli a tutti.

    di Tanya Basu

    Gli emoji ora fanno parte della nostra lingua. Gli utenti aggiungono ai testi, ai post di Instagram e ai video di TikTok queste piccole immagini per rendere ancora più incisive le parole, come nel caso della siringa con cui ci si è vaccinati, le mani raccolte per dire “grazie”, una faccina sorridente dalle guance rosee con mani stile “cabaret” per un saluto. Il catalogo di emoji di oggi include quasi 3.000 illustrazioni che rappresentano di tutto, dalle emozioni al cibo, dai fenomeni naturali alle bandiere e alle persone in varie fasi della vita.

    Dietro tutti questi simboli c’è l’Unicode Consortium, un gruppo senza scopo di lucro di aziende di hardware e software che mira a rendere il testo e le emoji leggibili e accessibili a tutti. Parte del loro obiettivo è far sì che le lingue abbiano lo stesso aspetto su tutti i dispositivi; un carattere giapponese dovrebbe essere tipograficamente coerente su tutti i media, per esempio. Ma Unicode è probabilmente meglio conosciuto per essere il “guardiano” delle emoji: rilasciarle, standardizzarle e approvarne o rifiutarne di nuove.

    Jennifer Daniel è la prima donna al timone del sottocomitato del Emoji Subcommittee for the Unicode Consortium ed è una convinta sostenitrice della loro validità. Inizialmente è salita alla ribalta per aver introdotto Mx. Claus, un Babbo Natale di genere alternativo e la signora Claus,  una persona con identità non di genere che allatta al seno un bambino  e un viso maschile che indossa un velo da sposa. 

    Ora è in missione per portare gli emoji in un futuro post-pandemia in cui siano il più ampiamente rappresentativi. Ciò significa assumere un ruolo sempre più pubblico, che sia con la sua popolare e deliziosamente nerd newsletter su Substack, What would Jennifer do? (in cui analizza il processo di progettazione per gli imminenti emoji), o invitando il pubblico in generale a presentare dubbi sugli emoji e dire se non sono rappresentativi o accurati.

    “Qui si gioca il futuro della comunicazione umana”, dice Daniel del suo lavoro.In questa intervista parla di come vede il suo ruolo e il futuro degli emoji. 

    Cosa fa chi presiede la sottocommissione sugli emoji? 

    Non è molto eccitante (ride). In gran parte si tratta di gestire i volontari che esaminano le domande e aiutano nell’approvazione e nella progettazione. Ci sono molte scartoffie e incontri almeno due volte a settimana. Ci si confronta con molte persone. Di recente ho parlato con un esperto di gesti per imparare come le persone usano le mani in culture diverse. Come possiamo migliorare gli emoji dei gesti delle mani? Se l’immagine non è chiara, diventa un rompicapo. Faccio costantemente molte ricerche e consulenze con diversi esperti. A volte sono al telefono con un giardino botanico per parlare di fiori, o con un esperto di balene, o con un chirurgo cardiovascolare. 

    C’è un vecchio saggio di Beatrice Ward, una scrittrice esperta di tipografia, in cui si chiedeva se un buon carattere è un calice di cristallo decorato o trasparente. Alcuni direbbero quello decorato perché è così stravagante, e altri direbbero quello trasparente perché si può vedere e apprezzare il vino. Con gli emoji, mi avvicino di più alla filosofia del “calice di cristallo trasparente”. 

    Perché dovremmo preoccuparci di come sono progettati gli emoji?

    La mia idea è che l’80 per cento della comunicazione non è verbale. C’è un parallelo nel modo in cui comunichiamo. Scriviamo messaggi come parliamo, in modo informale, sciolto. Si fa una pausa per prendere fiato. Gli emoji sono condivisi insieme alle parole. Quando sono comparsi per la prima volta, avevamo l’idea sbagliata che questi simboli stessero rovinando il linguaggio. Imparare una nuova lingua è davvero difficile e gli emoji sono un po’ come una lingua nuova. Si legano al modo in cui già comunichiamo e si evolvono in sintonia. 

    I quasi 3.000 emoji e la loro interpretazione cambiano in base all’età, al sesso o all’area geografica. Quando parliamo con qualcuno e stabiliamo un contatto visivo, il linguaggio del corpo, si modifica in una specie di contagio emotivo. Si costruisce empatia e connessione e l’emoji racchiude tutto in un’immagine.

    L’ultima versione di emoji, la prima sotto il suo mandato, mostra un volto tra le nuvole. Può significare confusione, uno stato di alterazione o un senso di mortificazione, a seconda della tradizione culturale di chi la utilizza.
    Sicuramente, è totalmente diverso dalle faccine tradizionali. Come pensa di creare emoji con più livelli di significato? 

    Internet pullula di metafore. Se voglio dire, per esempio, “Mi sento attaccato”, ciò significa che si è visto qualcosa che  ha davvero colpito. In realtà non si è stati attaccati in senso letterale. Ma si trasmette questa sensazione e l’altra persona lo capisce. Un altro esempio è la faccia capovolta: si comunica una sensazione, un’atmosfera. Se la si guarda accanto a una serie di parole, si capisce se una persona si sente sorpresa o sta indicando sarcasmo. C’è flessibilità in base al contesto. I concetti astratti sono rilevanti a livello globale. Vogliamo che gli emoji siano utili, popolari e facili da utilizzare. 

    Ha portato avanti l’idea di emoji neutri dal punto di vista del genere. Per esempio, una persona incinta non è necessariamente “femminile” e l’abbigliamento di un bambino non è né blu né rosa. Come risponde alle critiche di chi dice che gli emoji non dovrebbero essere caratterizzati politicamente? 

    Le immagini non sono in alcun modo apolitiche. Si consideri i simboli del bagno. Perché una donna indossa una gonna? Capisco, è una scorciatoia, ma il significato diventa politico.

    Quali sono i suoi obiettivi?

    Sto operando in modo da creare una struttura e un processo duraturi, qualunque sarà il mio futuro. Uno degli obiettivi è assicurarmi che gli emoji siano concetti rilevanti a livello globale. Devono permettere di relazionarsi con tutti nel mondo. Questo non vuol dire che significhino la stessa cosa in tutto il globo. I gesti delle mani possono voler dire cose diverse, per esempio. Ma dobbiamo conoscere la storia. La corda è un buon esempio. È diventata un emoji che fa riferimento al linciaggio. Dobbiamo evitarlo. La storia è assolutamente legata a doppio filo con il design. Abbiamo finito per creare un emoji a forma di nodo. Stesso significante, ma il design è diverso. Questa è la mia priorità principale.

    Negli ultimi due o tre anni, abbiamo cercato di assicurarci che le immagini fossero viste da  tutti nello stesso modo. Come nel caso dell’immagine di una stampella, ci si deve allineare sui dettagli significativi: il colore, l’angolazione, la forma. Vogliamo conciliare la natura rapida e transitoria della comunicazione con un processo formale che le persone possano applicare per farci vedere i loro emoji.

    I simboli sono inarrestabili, il linguaggio è inarrestabile. Si possono mescolare emoji insieme per comunicare in modo profondo senza parole. Internet è ottimizzata per condividere immagini di gatti, ritagli di notizie e musica, ma come possiamo ottimizzare Internet per condividere emoji in modo che tutti le vedano e le usino? 

    Le persone devono avanzare una richiesta per far prendere in considerazione e approvare i loro suggerimenti di emoji. Spera che la partecipazione sarà alta?

    Si tratta di un passaggio importante. Pubblichiamo i nostri documenti strategici ogni trimestre per ottenere feedback. La condivisione significa capire perché non si concorda su una proposta e prendere in considerazione un altro modo di pensare. Ci vogliono due anni per creare un emoji dall’inizio del processo fino alla fine. E in questi due anni vengono prese tante decisioni. Si ricevono suggerimenti in continuazione dalle persone. Per me, la cosa più utile è condividere queste proposte presto e spesso. 

    Ciò in cui Unicode era davvero efficace era identificare un problema che esisteva. Ma in qualche modo, questo aspetto è venuto a mancare. Spesso non è presente alcun tag alt per descrivere l’emoji tramite audio. E anche se è presente un tag alt, potrebbe non essere sufficiente a fare chiarezza. Durante l’era Trump, una rana significava qualcosa di diverso dall’animale in sè. Pepe the Frog, o il meme della rana triste, è stato trasformato da un innocuo personaggio dei cartoni animati dei primi anni in un simbolo dell’estrema destra, con i suprematisti bianchi che lo usano pesantemente in forum come 4chan e Reddit per tropi antisemiti e razzisti. 

    Se l’audio dice “Frog!” non si ha un’idea delle intenzioni. Sicuramente c’è un modo per capire che si tratta di un emoji e rimandarlo a un meme o spiegarne il significato secondario. Richiede un team o uno standard per l’accessibilità dei meme molto più specifico. È fantastico che Internet stia diventando più accessibile con i sottotitoli, ma c’è molto più spazio per migliorarlo. Gli emoji possono fare di più.

    Qual è la sua emoji preferita o quella più usata?

    Dato che lavoriamo molto a distanza, tendo a usare molto l’emoji dello strumento musicale. Mi piace un emoji di un bruco con un sassofono in cui l’insetto suona e canta. Utilizzo spesso anche una farfalla con un violino e ho deciso di farne una versione personalizzata.

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