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    L’interruzione dei servizi di Facebook ha messo offline milioni di utenti

    Per molti utenti di Internet negli Stati Uniti, l’interruzione è stata un piccolo fastidio, ma per la vasta platea di persone in tutto il mondo che si affidano ai prodotti di Facebook per accedere a Internet, le ore di inattività hanno creato seri problemi.

    di Eileen Guo e Patrick Howell O’Neill

    Uno degli ultimi messaggi che Vaiva Bezhan ha inviato su Facebook Messenger lo scorso pomeriggio, era una specie di corsa contro il tempo. La fotoreporter lituana è una delle ideatrici dell’Afghan Support Group, una delle tante iniziative di volontariato che cercano di aiutare con ogni mezzo possibile la fuoriuscita degli afghani dal paese. Nel messaggio chiedeva se poteva aggiungere qualcuno a uno dei pochi voli di evacuazione coordinati da volontari che ancora lasciano il paese. 

    Ma questa domanda cruciale sarebbe rimasta senza risposta per ore, dopo che tutti i servizi di Facebook, inclusi Facebook.com, WhatsApp, Messenger e Instagram, sono diventati improvvisamente non disponibili. L’interruzione è dovuta alle modifiche ai router dorsali di Facebook, ha affermato l’azienda in un post sul blog. Questi cambiamenti significavano che il traffico non veniva indirizzato correttamente dal Domain Name System (DNS), uno strumento che dirige il traffico e tiene traccia degli indirizzi su Internet. In totale, la suite di app e i siti di Facebook sono rimasti inattivi per quasi sei ore.

    Per gran parte del mondo, Facebook è diventato “sinonimo di Internet”, afferma Sarah Aoun, vicepresidente della sicurezza presso l’Open Technology Fund, un’organizzazione no profit statunitense che supporta progetti tecnologici come il browser privato Tor e il servizio di messaggi crittografati Signal. Ciò ha reso l’interruzione l’equivalente di “un grave crollo delle infrastrutture”, afferma.

    Il blocco è arrivato in un momento infausto per Facebook. Poche ore prima dell’interruzione, il programma televisivo CBS 60 Minutes ha mandato in onda un’intervista molto attesa con una talpa di Facebook, Francis Haugen, che ha fatto trapelare una serie di documenti che suggerivano, tra le altre rivelazioni, che l’azienda sapesse che i suoi prodotti erano dannosi per le ragazze adolescenti. Haugen dovrebbe testimoniare davanti al Senato a brevissimo. Facebook sta anche combattendo un’indagine antitrust negli Stati Uniti che potrebbe costringerla a vendere Instagram e WhatsApp. 

    Internet per tutti

    Più di 3,5 miliardi di persone in tutto il mondo utilizzano la suite di social network e app di Facebook, tra cui Facebook.com, l’app Messenger, Instagram e WhatsApp. Il paese con la più grande popolazione di utenti di Facebook è l’India, con una stima di 340 milioni di utenti (gli Stati Uniti ne hanno circa 200 milioni).

    Per anni, Facebook ha lavorato per espandere l’accesso a Internet nei paesi in via di sviluppo, il che le permette di ampliare anche la propria base di utenti. L’azienda ha esplorato l’uso di satelliti, droni e reti wireless collegate via radio. Ha collaborato con aziende di telecomunicazioni locali per migliorare l’infrastruttura fisica di Internet.

    Nel 2013 Facebook ha lanciato Internet.org, un’iniziativa che consente agli utenti di accedere a Facebook e ad altri siti Web, senza pagare per i dati. Questo faceva parte del grande piano di Mark Zuckerberg per portare il mondo online fornendo accesso a Internet all’85 per cento del mondo che, all’epoca, aveva accesso ai dati cellulari.

    Ma nel 2016, il programma (ormai ribattezzato Free Basics), è stato bandito dalla Telecom Regulatory Authority indiana, che ha affermato che violava la neutralità della rete. Nonostante questa battuta d’arresto, ha continuato a diffondersi, con meno clamore, in altri paesi del mondo in via di sviluppo. Nel 2018, facebook ha affermato che Internet.org ha raggiunto le 100 milioni di persone online. 

    Nel 2019, FreeBasics era disponibile in 65 paesi, di cui circa 30 in Africa. L’anno scorso, l’azienda ha iniziato a lanciare Facebook Discover, che consente agli utenti di Internet di accedere al traffico a bassa larghezza di banda a tutti i siti Web (non solo alle proprietà di Facebook), anche se hanno esaurito i dati.

    Esistono versioni di questi programmi anche in Afghanistan, dove molti nuovi utenti di Internet identificano Facebook, Facebook Messenger e WhatsApp con l’intera Internet. Nel frattempo, anche tra coloro che hanno un accesso più ampio al web completo, la suite di prodotti di Facebook svolge ancora un ruolo fondamentale. Le chiamate WhatsApp, per esempio, hanno sostituito da tempo le telefonate più costose e meno sicure. Molte piccole imprese si affidano agli strumenti di Facebook per vendere e pubblicizzare i propri prodotti.

    Tutto ciò significa che anche le interruzioni temporanee hanno un effetto devastante, specialmente per le organizzazioni di attivisti, di advocacy e per le persone come Bezhan.  “Molti gruppi di sostegno alle cause sociali agiscono sui social media, soprattutto su Facebook, WhatsApp e l’app Messenger “, afferma Bezhan. L’interruzione ha bloccato i suoi “sforzi per fornire informazioni agli afghani e pianificare strategie sui prossimi passi per le evacuazioni”. 

    Era mezzanotte passata per Bezhan quando Facebook ha iniziato a tornare in vita, ma anche allora alcune delle sue funzionalità, tra cui la ricerca e le notifiche, non erano ancora disponibili. Non è riuscita a sapere se poteva aggiungere un altro nome per una potenziale evacuazione.

    Ma era altrettanto preoccupata per ciò che i suoi amici afgani stavano provando e pensando, con la loro connessione principale con il mondo esterno improvvisamente recisa. Per settimane, dalla caduta di Kabul, erano circolate voci secondo cui i talebani avevano tagliato l’accesso a Internet. “Scommetto che stanno creando voci e inventando storie su come il nuovo governo sta bloccando i media”, conclude. 

    Immagine di: AP, MIT Technology Review

    (rp)

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