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    Mangiare bene, proteggere il pianeta: ecco come fare

    Produrre cibo può danneggaire l’ambiente quanto, se non più che viaggiare in automobile. La volontà di cambiare le proprie abitudini alimentari quotidiane può fare la differenza

    di Lisa Ovi

    Il settore alimentare è uno dei principali responsabili di emissioni nocive nel mondo. Nell’agricoltura, pesticidi, fertilizzanti e prodotti chimici agricoli tossici in generale avvelenano le acque dolci, gli ecosistemi marini, l’aria e il suolo, ma sono il crescente consumo di carne e gli allevamenti che lo sostengono a generare i danni maggiori.

    Secondo un recente rapporto del WWF, infatti, gli allevamenti intensivi produrrebbero il 14,5% dei gas serra globali, utilizzando circa il 20% delle terre emerse come pascolo e il 40% dei terreni coltivati per la produzione di mangimi. Dal punto di vista dello sfruttamento delle acque, l’allevamento di animali a scopi alimentari è responsabile di percentuali di consumo globale che si attestano tra il 20% ed il 33%. Eppure, i dati dell’ONU parlano chiaro: il consumo globale di carne sembra destinato a toccare sempre nuovi record.

    Tre le grandi sfide per rendere sostenibile il settore alimentare: nutrire una popolazione in crescita, fornire un sostentamento agli agricoltori e proteggere l’ambiente. Il dibattito politico e tecnico su come affrontare queste sfide è ancora aperto, ma molto può fare la nostra volontà di apparecchiare una tavola più Green.

    Utilizzando i dati ottenuti da un sondaggio condotto su 16.000 americani, infatti, ricercatori della Tulane University, sono arrivati alla conclusione che basterebbe sostituire anche una sola porzione al giorno di carne rossa con un’alternativa più rispettosa del pianeta per ridurre il proprio impatto sull’ambiente anche del 48%.

    “Ciascun individuo può fare la differenza in maniera significativa con cambiamenti molto semplici, il più semplice dei quali sarebbe sostituire la carne di manzo con la carne di pollo”, spiega Diego Rose, autore principale dello studio pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition.

    Per approfondire lo studio, i ricercatori hanno costruito un ampio database sulle emissioni di gas serra e sfruttamento delle acque relativi alla produzione di numerosi alimenti. Collegando questo database al sondaggio sulle abitudini alimentari degli americani, è risultato che se anche solo il 20% della popolazione sostituisse una porzione di carne di manzo al giorno con qualcos’altro, l’impatto complessivo della dieta umana sull’ambiente sarebbe ridotto del 9,6%, mentre l’impatto sullo sfruttamento delle acque sarebbe ridotto del 5,9%.

    “I cambiamenti necessari ad affrontare il rischio climatico coinvolgono ogni livello della vita umana: dalle agenzie internazionali e governative, alle comunità locali e famiglie”, conclude Rose. “Molti di noi desiderano avere indicazioni su cosa si può fare per partecipare con un’azione diretta alla difesa del pianeta. Questo studio fornisce la prova che anche semplici passaggi quotidiani possono sostenere la lotta al cambiamento climatico”.

    E per coloro che dubitano della propria capacità di alterare abitudini alimentare radicate, la ricerca non lascia nulla di intentato. Recenti studi condotti alla Duke University hanno identificato nell’intestino le cellule responsabili della ‘voglia’ di zucchero e scoperto un semplice modo di interferire con il loro messaggio al cervello. La stessa tecnica potrebbe un giorno essere adattata anche ad altri alimenti ‘indesiderabili’.

    Nell’attesa di poter ‘spegnere’ a comando i desideri del nostro intestino, nulla vieta di iniziare ad esplorare alternative come i famosi hamburger di origine vegetale, o i famigerati alimenti realizzati con farina d’insetto.

    Immagine di: Pablo Merchán Montes, Unsplash

    (lo)

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