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    Sempre più dubbi sulla China Initiative

    Gli osservatori speravano che il processo all’eminente professore di Harvard Charles Lieber avrebbe fornito alcuni indizi sul futuro della campagna del Dipartimento di Giustizia contro lo spionaggio economico cinese, ma il verdetto di colpevolezza crea ancora più incertezze.

    di Eileen Guo e Jess Aloe

    Meno di tre ore dopo che una giuria di Boston ha iniziato a deliberare sul destino del professore di chimica di Harvard Charlies Lieber, il verdetto è arrivato: è stato riconosciuto colpevole di sei reati, tra cui false dichiarazioni e frode fiscale, derivanti dalla sua mancata divulgazione dei finanziamenti ricevuti da un’università cinese e da un programma di reclutamento di talenti. Il processo di Lieber è stato seguito da vicino non solo per il destino dello scienziato di punta, ma anche per il futuro della controversa China Initiative, grazie alla quale è stato accusato. 

    Lanciata nel novembre del 2018 dal Dipartimento di Giustizia, la China Initiative aveva lo scopo di contrastare la minaccia dello spionaggio economico cinese, ma in pratica si è sempre più concentrata sugli accademici accusati di carente integrità nella ricerca e ha preso di mira in modo sproporzionato individui di origine cinese, come rivelato da un’inchiesta di “MIT Technology Review”. Lieber è stato il secondo accademico coinvolto nella China Initiative ad affrontare una giuria e il primo ad essere condannato. 

    Fin dall’inizio, questa iniziativa è stata criticata per aver facilitato la profilazione razziale e negli ultimi mesi ha subito una serie di battute d’arresto derivanti dai passi falsi della stessa procura. Durante l’estate, cinque casi contro accademici, principalmente per presunta frode sui visti, sono stati archiviati senza spiegazioni. Il processo al professore dell’Università del Tennessee-Knoxville Anming Hu, il primo caso di integrità della ricerca a finire sotto processo, ha portato a un errore giudiziario seguito da un’assoluzione completa e accuse di comportamento scorretto da parte dell’agente investigativo dell’FBI. 

    Recentemente, ex funzionari del DOJ coinvolti nel programma, tra gli altri, hanno chiesto che la China Initiative venisse bloccata o modificata profondamente. Testimoniando sulla questione davanti al Congresso, il procuratore generale Merrick Garland ha promesso che il Dipartimento di Giustizia avrebbe effettuato una revisione del programma.  In questo contesto, “se ci fosse stata un’assoluzione sul caso Lieber, ci sarebbe stato un contraccolpo negativo per il governo”, afferma la professoressa di diritto della Seton Hall University Margaret Lewis, che si è occupata a lungo del problema

    Ma i fatti erano evidenti, specialmente considerando il video di Lieber che ammetteva agli agenti dell’FBI di aver ricevuto contanti da un’università cinese, di avere un conto bancario cinese e di non essere stato (con le sue stesse parole) “completamente trasparente” quando gli amministratori di Harvard e gli investigatori del governo gli hanno chiesto di queste e altre questioni. Secondo un avvocato difensore, il caso del suo cliente rappresenta un’eccezione nel panorama della China Initiative. 

    Domande senza risposta sul programma Mille talenti

    L’avvocato di Lieber, Marc Mukasey, ha detto ai giornalisti di rispettare il verdetto, ma di continuare a combattere”, suggerendo un potenziale appello. A suo parere, ci sono seri interrogativi su una componente cruciale delle indagini: i programmi di reclutamento dei talenti. Questi piani sono sponsorizzati dal governo cinese per attirare in Cina esperti stranieri. Mentre la collaborazione con le università cinesi, compresa la collaborazione attraverso programmi per la valorizzazione dei talenti, è stata a lungo incoraggiata dalle istituzioni statunitensi, negli ultimi anni il governo federale ha fatto marcia indietro.

    Un rapporto del Senato del 2019 ha rilevato che la Cina ha finanziato oltre 200 programmi di reclutamento di talenti che hanno raggiunto oltre 7.000 partecipanti. Il rapporto ha anche avvertito che questi programmi hanno incentivato i suoi membri a “mentire sulle domande di sovvenzione alle agenzie statunitensi che erogano sussidi, creare ” laboratori ombra” in Cina che lavorano su ricerche identiche a quelle che portano avanti sul suolo statunitense e, in alcuni casi, favorire il trasferimento di scienziati americani”.

    L’indagine di “MIT Technology Review” ha rilevato che 19 dei 77 casi noti della China Initiative (il 25 per cento) sono stati motivati dal sospetto che gli imputati avessero partecipato a programmi cinesi di reclutamento dei talenti. Quattordici di questi casi, nel frattempo, sono relativi a presunti problemi di integrità della ricerca derivanti dalla mancata divulgazione di tutte le affiliazioni a entità cinesi sulla documentazione delle sovvenzioni. Nessuno dei 14 casi riguarda l’accusa che lo scienziato in questione abbia trasferito la proprietà intellettuale degli Stati Uniti alla Cina. 

    Nonostante il sospetto del governo su questo tipo di  programmi, non è ancora del tutto chiaro se la divulgazione della partecipazione ad essi sia considerata influente o ininfluente dal governo federale. Senza tale chiarimento, ha detto uno degli avvocati difensori, alcuni imputati potrebbero obiettare che non sapevano che fosse importante denunciare la partecipazione al programma di vreclutamento dei talenti. 

    “Le mie orecchie si sono rizzate”

    Il quinto giorno del processo, Mukasey, l’avvocato difensore di Lieber, ha chiesto all’investigatrice del Dipartimento della Difesa Amy Mousseau se era vero che il Naval Research Laboratory navale aveva detto a Mousseau che Lieber aveva “troppi studenti cinesi nel suo laboratorio”.

    La risposta è stata “Sì”, ma il procuratore degli Stati Uniti James Drabick si è opposto alla domanda, quindi Mukasey l’ha riformulata. “Una delle ragioni per cui ci si è rivolti al dottor Lieber è che aveva molti studenti cinesi, giusto?” . Vista l’incertezza di Mousseau, Drabick ha continuato: “Lieber le è stato segnalato perchè aveva molti studenti cinesi che lavoravano nel suo laboratorio, sì o no?” 

    “Sì”, ha risposto Mousseau. 

    Un tweet che riassume lo scambio in aula “mi ha fatto drizzare le orecchie”, ha detto Lewis, lo studioso di legge, perché ripropone una questione fondamentale: “In che misura il governo, e la società statunitense più in generale, vedono i rapporti con la Cina con grande sospetto?”. “A mio parere”, ha continuato, “mostrano un pregiudizio che va contro l’affermazione del Dipartimento di Giustizia di aver agito puramente sulla basate di ciò che le persone hanno fatto, sulla loro condotta, e non su fattori legati a etnia, razza, nazionalità, origine nazionale”. 

    Ma il pregiudizio razziale, che è ben documentato all’interno dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia, secondo Michael German, un ex agente speciale dell’FBI diventato informatore e membro del Brennan Center for Justice, non è l’unico tipo di pregiudizio che questo processo rivela. Un altro problema è l’accusa selettiva. 

    “Sono sicuro che se il Dipartimento di Giustizia mostrasse lo stesso impegno con le indagini sui dirigenti aziendali invece che sugli accademici, potrebbe trovare molte più persone che non hanno riportato correttamente tutte le loro entrate”, afferma. “L’evasione fiscale” – oggetto di due delle accuse per le quali Lieber è stato infine condannato – “è un problema, ma non quello che la China Initiative avrebbe dovuto risolvere”. 

    “Anni di carcere sono la pena che noi, come società, riteniamo appropriata per questo tipo di violazioni della divulgazione?” chiede Lewis. Il verdetto non dice nulla, aggiunge, su un’altra preoccupazione, vale a dire che la China Initiative favorisca l’idea di una minaccia più ampia collegata a persone con legami con la Cina”. Secondo Lewis, c’è da aspettarsi che questi problemi rimangano irrisolti alla fine del processo a Lieber. “Il processo riguardava la colpevolezza individuale di Lieber”, dice, “non una valutazione politica della China Initiative”. 

    C’è anche la questione di quale messaggio stia trasmettendo il verdetto, afferma Aryani Ong, avvocato per i diritti civili e cofondatore di Asian American Federal Employees for Nondiscrimination, visti gli effetti raggelanti che l’iniziativa ha avuto sugli scienziati. “Vedo che questo caso viene utilizzato come un avvertimento”, continua Ong “e che le interazioni tra Stati Uniti non vengono contrastate come un atto di vero spionaggio”. 

    Fino a quando tali decisioni politiche non saranno prese, la China Initiative e le accuse contro gli accademici continueranno. Altri cinque casi di mancata integrità della ricerca andranno sotto processo il prossimo anno. Come Lieber, e come Anming Hu, tutti e cinque gli imputati sono accusati di aver reso false dichiarazioni. 

    Immagine: Charles Lieber, di Michael Dwyer su AP Photo

    (rp)

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