Seguici
Iscriviti alla nostra newsletter

    Apre FastForward, il nuovo acceleratore di idee della Johns Hopkins University

    Vi presentiamo una delle istituzioni con l’obiettivo di migliorare la società e incidere positivamente sulle economie locali.

    di Lisa Ovi

    Questo sul polo di innovazione FastForward 1812 (FF) della Johns Hopkins University (JHU) è il primo di una serie di ‘pezzi’ di MIT Technology Review Italia dedicati alla descrizione delle caratteristiche organizzative e finanziarie di istituzioni accademiche e non, pubbliche o private, con il comune obiettivo di migliorare la società e incidere positivamente sulle economie locali. I dati che vengono forniti, di natura scientifica ed economica, descrivono l’impatto della struttura sulla comunità ed aiutano a migliorarlo.

    Il riferimento di FF è la JHU uno dei più importanti centri di ricerca e terapia medica del mondo. Fondata 140 anni fa con lo scopo dichiarato di coniugare ricerca, studio e libera condivisione delle informazioni, pose le basi per un modello ora applicato ovunque a livello internazionale.

    L’impegno della JHU nel favorire dialogo e ricerca si concretizza con iniziative come campus attivi in tre diversi continenti, o organizzazioni sanitarie non-profit. La Johns Hopkins vanta 21.000 studenti iscritti a tempo pieno e part time su nove divisioni e 4 campus tra Baltimora, Washington, D.C. e Montgomery County, nel Maryland; per non parlare di strutture distribuite nella regione di Baltimora – Washington, in Cina e Italia.

    Il patrimonio della JHU:

    Tra le innovazioni e scoperte che hanno visto la luce alla JHU, troviamo:

    • Invio di una sonda nell’orbita di Mercurio per mapparne la superficie (2004)
    • Isolamento e la coltivazione delle cellule staminali embrionali umane (1998)
    • Sviluppo del primo trattamento efficace contro l’anemia falciforme (1995)
    • Invenzione del primo pacemaker ricaricabile per trapianti contro i disordini cardiaci. (1972)
    • Prima fotografia a colori dallo spazio della globo terrestre (1967)
    • Scoperti gli enzimi di restrizione, le cosiddette “forbici biochimiche,” a cui si deve la nascita del campo dell’ingegneria genetica (1960-70); la scoperta valse ai ricercatori il Premio Nobel del 1978 .
    • Inventato il sistema di purificazione delle acque per mezzo del cloro poi adottato da municipalità ed industrie di tutto il mondo. (1920-30)

    I premi Nobel che fanno riferimento alla JHU includono 16 vincitori per la medicina, 6 per la chimica, 5 per l’economia, 4 per la fisica, 1 per la letteratura e 1 per la fisiologia.

    Sono 2500 le invenzioni pronte a partire per migliorare la vita del pianeta e finanziare ancora altre ricerche. Al 2016, la JHU vantava 2677 brevetti attivi, per un valore totale di 58 milioni di dollari.

    È in questo ambiente di grande fermento che ha preso vita FastForward, il centro per l’Innovazione della JHU. FF è un acceleratore che vuole promuovere il progresso e la commercializzazione di una vasta gamma d’invenzioni originate sia nell’università che altrove.

    Scopo di FF è sostenere i primi passi di una impresa perché possa avere la migliore probabilità possibile di realizzare il proprio potenziale e far arrivare sul mercato le proprie idee innovative. A questo scopo, vengono offerti mentori e programmi educativi, nonché contatti con personale universitario, professionisti, industrie, consulenza legale pro-bono.

    Le imprese che si affidano a FF usufruiscono di spazi di lavoro come uffici, sale conferenze, laboratori, tutto in un ambiente aperto, pensato per promuovere la condivisione delle idee quanto la privacy nelle proprie ricerche. Il progetto nasce dalla consapevolezza di quanto sia sempre più difficile per le startup odierne procurarsi i servizi ed i contatti necessari a prezzi accessibili e massima flessibilità.

    Tre gli indirizzi: FF East, aperto nel 2015, è posto nelle dirette vicinanze del campus di medicina della JHU per favorire la collaborazione tra imprenditori, ricercatori e ospedale. I 1.200 mq di uffici e spazi comuni, 700 mq abbondanti di laboratori, potranno ospitare fino a 7 società che avessero bisogno di wet lab livello BL-2, dotati di gel reader, microcentrifughe, congelatori a -80 gradi, liofilizzatori, incubatori, sterilizzatori e cappe di biosicurezza; ed ancora, spettrofotometri,microscopi, microplate reader, NanoDrop ed un sistema di monitoraggio dell’equipaggiamento di laboratorio 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

    Fast Forward Homewood occupa più di 3.600 metri quadri di spazio con laboratori, uffici, sale conferenze, non distanti dal campus universitario. Infine, FF MoCo, fondata nel 1998 ed ora in corso di ampliamento per raddoppiare la propria offerta di spazi. Ciascuna startup potrà affittare gli spazi ed usufruire dei servizi FF per un massimo di due anni.

    Esiste anche una FF virtuale, in riconoscimento del processo che precede l’effettiva necessità di spazi per implementare la ricerca. I futuri imprenditori ricevono supporto legale, commerciale, organizzativo e strategico.

    Per meglio supportare le startup ospiti, FF offre contatti con possibili finanziatori. Nel 2016, startup di FF hanno vinto l’appoggio di enti quali il Louis B. Thalheimer Fund for Translational Research, che ha preso sotto il proprio ombrello tre ricercatori per un investimento totale di 204.000 dollari; il Ralph S. O’Connor Undergraduate Entrepreneurship Fund, ha donato 5.000 dollari a 6 startup studentesche ; una società di 12 studenti della JHU ha vinto lo Student Entrepreneurship Award di 10.000 dollari, offerto da donatore anonimo; La John Hopkins University-Coulter Translational Partnership ha assegnato finanziamenti tra i 25.000 ed i 100.000 dollari a 8 squadre di ingegneri biomedici perché possano avvicinare il più possibile le proprie idee al traguardo della commercializzazione; il programma Accelerator Translational Incubator Pilot ha finanziato 5 progetti dedicati al miglioramento degli interventi clinici. Infine, la Maryland Innovation Initiative ha finanziato 24 squadre FF con una donazione totale di 3.1 milioni di dollari.

    Il progetto FF attira l’attenzione delle grandi industrie. Nel 2016, JHU e Bayer hanno lanciato 5 progetti congiunti per lo studio di terapie oftalmiche; 11 sono invece i progetti che verranno portati avanti in collaborazione con la MedImmune fino al 2019, mentre durerà 10 anni l’accordo di collaborazione con la Celgene, dedicato alle ricerche oncologiche.

    Le richieste di ammissione a FF nel 2016 furono 142. Sono solo 21 le società attualmente residenti in FF. È infatti importante notare che FF preferisce non riempire tutti gli spazi disponibili e favorire le startup con maggiori probabilità di successo piuttosto che ammettere chiunque sia interessato. Il mantenimento di FF, infatti, origina più dalla partecipazione nei risultati futuri delle società che ha ospitato che dagli immediati introiti degli ‘affitti’, come provano i più di 434 milioni di dollari ricevuti nel 2016 da startup in follow-up.

    22 le nove startup create, impegnate in campi quali oncologia, robotica, chirurgia, neurologia, genetica, cardiologia, per citarne solo alcuni.

    Se l’obbiettivo dichiarato di FF è favorire le possibilità di successo nel mondo attuale per le innumerevoli idee che potrebbe renderlo migliore, si può dire che i dati a suo favore non mancano. Il 2016 ha registrato 501 invenzioni, 153 nuovi brevetti, con un incremento dell’8% rispetto al 2015 ed un guadagno di 58 milioni dalla vendita dei risultati delle ricerche.

    (LO)

    Related Posts
    Total
    0
    Share